L’abbigliamento specifico da lavoro è uno di quegli argomenti che molto spesso sono oggetto di analisi anche molto seria. Sempre più spesso si da importanza a questo argomento in quanto esiste una normativa che ne regola l’utilizzo. L’abbigliamento specifico è necessario per riconoscimento sul luogo di lavoro ma anche per proteggere il lavoratore e il personale intero da pericoli di tipo chimico, fisico e meccanico. Dunque abbiamo raccolto qualcuna fra le domande più ricorrenti per fornire dei chiarimenti utili. Buona lettura!
Quando si parla di abbigliamento specifico da lavoro si parla di un tipo di abbigliamento adatto a svolgere specifiche mansioni, che hanno un variabile rischio di infortunio o comunque presuppongono un abbigliamento adatto al tipo di lavoro per un semplice fattore di riconoscimento o decoro. Al di la del tipo di lavoro che svolgiamo, gli indumenti che indossiamo per il nostro lavoro servono ad assicurarci il massimo della sicurezza e della comodità. In base poi al lavoro specifico porteremo indumenti particolari e dispositivi atti a proteggerci da eventuali infortuni. Per esempio nelle industrie si maneggiano sostanze tossiche oppure oggetti pericolosi che presuppongono quindi l’utilizzo di specifici indumenti e accessori, chiamati DPI (dispositivi di protezione individuale).
Abbigliarsi a lavoro secondo una personale idea di comodità quindi non è una buona idea, ma bisogna seguire un regolamento. La legge italiana ed in verità quella europea prevede un regolamento specifico per i lavori e l’abbigliamento nel luogo dove svolgiamo una mansione.
Per abbigliamento di protezione, oppure anche detto abbigliamento protettivo si intende l’uso di indumenti essenziali e dispositivi necessari alla protezione individuale. Per essere più specifici, per abbigliamento di lavoro intendiamo quelle divise oppure quei camici che si indossano al di sopra oppure in sostituzione ai nostri abiti tradizionali di tutti i giorni e che forniscono una sorta di barriera per potenziali pericoli. I lavori che possiamo intendere sono i più disparati, ma solo per fare degli esempi menzioniamo coloro che lavorano a contatto con getti di vapore bollente, oggetti incandescenti, sostanze chimiche e batteriologiche, virus ecc.. L’abbigliamento di protezione include quindi tutti quegli attrezzi che hanno il medesimo scopo di protezione.
I DPI sono i dispositivi di protezione individuale e consistono nelle famosissime cuffiette per capelli, guanti in lattice, in nitrile o in gomma ignifuga, semi maschere, tappi per proteggere le orecchie dall‘inquinamento acustico, occhiali per le luci che danneggiano gli occhi e le parti dell’occhio, casco anti urto e scarpe anti infortunio.
I DPI sono suddivisi per categoria e sono quelli che proteggono:
- Le vie respiratorie
- Gli arti
- L’udito
- la vista
- Gli occhi
- La testa
In campo edile probabilmente si verificano la maggior parte degli incidenti ed è il luogo dove il rischio infortunio è maggiore poiché si ha a che fare con attrezzature pesanti, sostanze pericolose al tatto e alla vista, rumori dannosi per l’udito e pericolo di cadute costante. L’abbigliamento per l’operaio in campo edile è quindi molto importante e non va mai sottovalutato. E’ bene che costui scelga un abbigliamento di base comodo e pratico che permette di compiere tutti i movimenti senza difficoltà ma che al contempo sia protetto da vento e pioggia ( in caso di cantieri all’aperto) e da dispositivi utili a proteggere ogni parte del corpo. L’abbigliamento deve prevedere tessuti robusti e resistenti.
L’elettricista per esempio si trova molto spesso a lavorare in posizioni innaturali e molto scomode e ha a che fare con l’elettricità molto pericolosa. Per questo l’abbigliamento isolante è d’obbligo cosi come gilet, pantaloni e giacche assolutamente resistenti ed elasticizzate. Un fabbro invece che ha a che fare con le scintille deve obbligatoriamente considerare l’utilizzo degli occhiali per la vista e delle semi maschere per l’esposizione del volto a scintille e fuoco. Allo stesso tempo la protezione per i rumori e quindi per le orecchie è essenziale. A seguire sono importanti anche le scarpe antinfortunistiche certificate ed una suola che resista fino a 300° al minuto.
L’abbigliamento da lavoro estivo ed invernale riposta delle particolari differenze poiché diverso è il clima dove si lavora e di conseguenza le esigenze di comodità cambiano. E’ giusto che il lavoratore sia non solo comodo nel proprio abbigliamento ma anche protetto dal caldo o dal freddo. L’abbigliamento specifico estivo sarà caratterizzato da una leggerezza maggiore dei tessuti e da una traspirabilità decisamente più alta rispetto agli abiti specifici invernali che al contrario sono distinguibili da questi ultimi perché hanno come comune denominatore un’imbottitura di base per proteggere l’operaio dal freddo e dal gelo e una maggiore impermeabilità che ne assicura la protezione da eventuale pioggia e umidità.
Per assicurarsi che un abbigliamento scelto per il proprio lavoro sia conforme al regolamento sull’alta visibilità dovremmo sapere che per prima cosa è importante cercare la dicitura ” a norma UNI EN 471“. Uno dei motivi più importanti di questo genere di abbigliamento è la caratteristica della banda catarifrangente che garantisce un’altissima visibilità. Proprio per la sua importanza, questo genere di indumento è probabilmente il più richiesto in assoluto soprattutto per coloro che lavorano su strade, ferrovie e in prossimità di autostrade e stazioni.
In alcuni contesti lavorativi i guanti sono importantissimi, e più di qualsiasi altro contesto, quello edile è il luogo di lavoro dove i guanti sono richiesti proprio per proteggersi dal calore eccessivo e quindi da un infortunio quasi inevitabile. Esiste una normativa specifica che regola l’utilizzo dei guanti antinfortunistici ed è la normativa EN 407. Questa nello specifico riguarda i guanti come protezione dalle fiamme. Ci si rivolge quindi ai vigili del fuoco, ai saldatori ecc. Per i vigili del fuoco saranno richiesti guanti che siano più possibile precisi e quindi pratici da usare e che permettano il movimento delle mani agevolmente contemporaneamente ad una protezione efficace. I guanti di un saldatore invece dovranno essere molto resistenti alla forza e al contatto tipici del lavoro di saldatura, che rispetto a quello del vigile del fuoco espone molto di più al rischio di scottature profonde.
Il guanto antinfortunio per il calore non è sempre uguale: i vari modelli si differenziano infatti per il cosiddetto “tempo di resistenza a fiamma incandescente” che consiste nel tempo di persistenza della fiamma ossia quanto impiega la stessa a contatto con i guanti a spegnersi. Per questo, allo scopo di agevolare chi acquista sui guanti troveremo in base a questo tempo dei diversi tipi di livello. Livello 1- Livello 2- Livello 3 e Livello 4.
Per scegliere la scarpa antinfortunio più adatta a noi occorre prendere in considerazione diversi aspetti che se non si conosce bene la struttura di una scarpa antinfortunistica sarà difficile da decidere. Gli elementi che dovremmo prendere in analisi sono quindi il puntale e il livello di sicurezza oltre naturalmente al materiale di costruzione della scarpa stessa.
Il puntale di sicurezza per esempio non sempre è lo stesso per tutte le scarpe. Possiamo trovare i puntali compositi ossia quelli migliori in assoluto che risultano leggerissimi e non rilevabili dai metal dector in alcuni contesti sempre presenti come ad esempio gli aeroporti. In alternativa possiamo trovare i puntali in alluminio oppure in acciaio. In acciaio sono molto pesanti e sconsigliati a chi deve muoversi molto a lavoro, ma suggeriti per chi svolge mansioni particolarmente pericolose.
Il livello di sicurezza è invece da prendere in considerazione perché ribadisce il grado di protezione offerto dalla scarpa in alcuni contesti lavorativi. Possiamo per questo distinguere il livello di sicurezza di base dagli altri. Il livello numero 1 per esempio è quello classico caratterizzato da lamina anti perforazione e puntale antinfortunistico, mentre il livello di sicurezza successivo non ha la manina ma è prettamente utilizzato laddove si è a contatto diretto con l’acqua e quindi dipendenti di attività dove si sta con i piedi in acqua, marmisti ecc.. Questa tipologia di scarpa resiste fino ad 1 h a contatto con l’acqua ma al contrario della prima tipologia descritta purtroppo non protegge dal rischio di perforazione.
In base alle proprie esigenze e al tipo di lavoro soprattutto sceglieremo la scarpa più adatta a noi.
Oltre alla tipologia di scarpa da acquistare è doveroso anche valutare il rivestimento della scarpa e quindi la cosiddetta Tomaia. Uno degli elementi più importanti da considerare è il tessuto di questa che generalmente si sceglie fra pelle fiore e fiore scamosciato. Quest’ultimo è molto duro e resistente e quindi più difficile da pulire. Tuttavia per alcuni materiali, tipo per il cemento è meno resistente. Chi fa lavori tipo di muratura dovrebbe prediligere la pelle fiore che invece è molto più indicato e impermeabile. Chi lavora in ambienti esterni e viene spesso in contatto con materiali e sostanze molto viscose o grasse questo materiale è più semplice da gestire e anche da pulire. Un’ultima ma non meno importante considerazione sul materiale e il tessuto delle scarpe anti infortunio, è che lo scamosciato è più utilizzato nella stagione estiva mentre la pelle fiore è a norma per la stagione fredda.
Il pantalone da lavoro e quindi quello specifico, non può avere le medesime caratteristiche di un pantalone giornaliero. L’abbigliamento da lavoro necessita di forme estremamente comode e di una praticità unita alla protezione da eventuali pericoli fuori dal comune. I pantaloni come abbigliamento specifico non sono inoltre tutti uguali: dipendono essenzialmente dal tipo di lavoro che svolgiamo. Per un lavoro di cantiere , muratura, edilizia è bene optare per i pantaloni con tasconi porta attrezzi che sono per altro realizzati in tessuti tecnici molto resistenti sia alle stimolazioni fisiche che agli agenti chimici importanti e pericolosi a contatto con la cute.
Oltre al tipo di pantalone in senso di modello, è bene anche fare riferimento al materiale ed al tessuto. Se state pensando al cotone 100% sappiate che questo in realtà va bene di inverno, ma non essendo naturalmente portato ad espellere tutta l’umidità, ma a trattenerla un po’, quando fa molto caldo in piena estate può risultare un po’ pesante. In questo caso meglio preferire un tessuto misto a poliestere.
La normativa EN 374 regola l’utilizzo e la tipologia di guanti da lavoro ed in particolar modo fa riferimento alla realizzazione di guanti da lavoro creati appositamente con lo scopo di evitare la penetrazione dei batteri sulle mani. Si tratta quindi di uno specifico tipo di impermeabilità. Le mani di fatti devono sempre restare isolate e lontane da qualsiasi contatto diretto con i batteri e da qualsiasi sostanza anche dopo minuti oppure ore di contatto dovuto al maneggiamento. La normativa cui abbiamo fatto cenno risponde quindi ad esigenze e priorità specifiche che porta alla realizzazione di diversi modelli di guanti. Possiamo trovare guanti in nitrile, guanti semplici monouso, guanti a rischio chimico batteriologico. In genere il nitrile ed i guanti a prova di rischio chimico sono molto più efficaci rispetto ai guanti che si utilizzavano una volta semplicemente in lattice.
Stiamo parlando di una categoria di lavoro ed ambiente contestualizzata prettamente ai luoghi sanitari.
Nel mondo del lavoro e dell’abbigliamento specifico da lavoro, negli ultimi anni si utilizza spesso un nuovo termine che è Softshell. Se non avete mai sentito parlare di softshell, sappiate che potete trovare questo genere di materiale un po’ ovunque e anche facilmente online, nei negozi come quelli su Amazon. Il softshell è un materiale, o meglio tessuto, molto particolare che è molto simile ad un tessuto tecnico. Le caratteristiche principali di questo materiale risiedono nella morbidezza e nella resistenza oltre all’impermeabilità. Softshell significa “guscio morbido” e tutti gli indumenti specifici realizzati con questo materiale sono peculiari per essere unici e leggeri. Per realizzare il softshell non occorre un unico materiale: questo è fatto in concreto mediante la combinazione di poliestere e micro pile. Il poliestere è nella parte più esterna dell’indumento, che può essere una giacca oppure un pantalone; mentre il micro pile è l’ultima zona dell’indumento ed è la parte più morbida e consistente dell’intero capo d’abbigliamento. Questo è anche quello che riscalda. In più, troviamo nel softshell una zona di centro, detta membrana che consente la traspirazione mantenendo l’indumento idrorepellente.
Il motivo per cui consigliamo di utilizzare il softshell a lavoro non è uno solo. I vantaggi a livello pratico sono tanti, al punto che molte persone lo preferiscono anche durante il tempo libero. In genere il softshell è quindi apprezzato per essere particolarmente traspirante ma allo stesso tempo caldo al punto che può essere usato di inverno per proteggersi dal freddo senza portare in dosso indumenti eccessivamente pesanti. Si tratta inoltre di un materiale antivento, caratteristica data dai tre strati combinati ma in particolar modo dalla membrana e dal poliestere esterno.
Altro vantaggio per cui questo materiale è reso particolare anche in ambiente di lavoro è che è idrorepellente ed in presenza di pioggia ci consente di non bagnarci. Se c’è umidità in cantiere o in qualsiasi luogo di lavoro che sia anche su strada possiamo stare sicuri di stare al caldo, senza che l’umidità ci possa quindi far stare a disagio. In ultimo è leggero e quindi non impedisce movimenti e praticità a 360°. Ne risulta quindi una permanenza sul luogo di lavoro a pelle sempre asciutta e temperatura del corpo sempre perfettamente regolata. Se state pensando che possa dare molto caldo, state tranquilli che non è così.
Le mascherine sono un altro genere di dispositivo di protezione individuale e servono molto a chi ne fa utilizzo per proteggere se stessi e gli altri da eventuali secrezioni salivari contaminate di virus o batteri. Nei luoghi di lavoro a carattere sanitario ma anche laddove si maneggia e confeziona il cibo, le mascherine sono uno strumento fondamentale poiché isola il cibo dalla contaminazione e fa si che fra colleghi non ci sia contagio di eventuali virus e malattie , soprattutto nei laboratori analisi e negli ospedali, ossia in quei luoghi dove è più semplice contrarre infezioni o malattie respiratorie. Naturalmente le mascherine non sono tutte uguali: ci sono mascherine chirurgiche semplici che proteggono solo gli altri da chi le indossa, poi ci sono le mascherine Fp2 che hanno un filtro oppure le valvole e proteggono sia gli altri che se stessi e le FP3 che riescono a proteggere fino a distanza ravvicinata anche dalle particelle più piccole di secrezione.
In ambiente di lavoro esterno e quindi laddove si lavora all’aperto è importante adottare un abbigliamento specifico per far fronte a qualsiasi genere di avversità climatica, anche improvvisa. Chi lavora di notte su strade, al mattino presto oppure in cantieri esterni deve necessariamente far fronte alla pioggia, all’umidità e al vento. Questi elementi con il passare del tempo possono abbassare le nostre difese immunitarie fino a farci ammalare; ma oltre a ciò provocano anche un forte disagio. Anche per questa particolarità poi c’è una normativa che ne specifica il comportamento: si tratta della norma EN 343 che certifica un indumento come impermeabile. Se cercate quindi un indumento che sia a norma di legge e che rispetti questo standard imposto, c’è da cercare la conformità alla EN 343.
La resistenza all’acqua poi non è data semplicemente dall’impermeabilità. Un capo per essere a norma deve venire a contatto con l’acqua anche ad una certa velocità. Ci sono comunque dei capi d’abbigliamento che sono più impermeabili e capi che sono meno impermeabili di altri. A seconda della propria esigenza, del luogo di lavoro e del tipo di lavoro sceglieremo quello che fa maggiormente capo alle nostre esigenze.